#2: Melbourne

A Melbourne sono arrivato la mattina alle 7. Forse anche un po' prima. 12 ore di bus, panini, ipod e sonno su 4 sedili. A Melbourne appena arrivato avevo un indirizzo in mano, 2 zaini, una chitarra, nessuna idea di come muovermi. A Melbourne appena arrivato un signore alle 7 di mattina era già sveglissimo e mi indicava i tram da prendere per raggiungere l'indirizzo che dovevo. A Melbourne poco dopo un ragazzo mai visto prima, sentendo la nostra conversazione, si offriva di accompagnarmi in macchina. A Melbourne, alla fine, il ragazzo che ospita la mia collega d'università Marisa mi ha accompagnato con la macchina fino a casa. Fosse successo a Roma a quest'ora sarei ancora alla stazione dei bus senza zaini perché fottuti appena sceso dal bus. Forse. Forse me li sarei venduti per la cosa più sbrilluccicosa che mi fosse capitata a portata di mano.

L'indirizzo che avevo in mano era di Valentina, una ragazza delle mie parti, in Australia per il dottorato. Grandissima, mi ha offerto il divano della sua living room per il mio primo periodo qui. E così, il mio sacco a pelo ora ha toccato terreno, o meglio divano, australiano.

Melbourne è più fredda di Sydney. In ogni caso mai sotto 10 gradi. Il miscuglio improponibile di vestiti che hanno da queste parti è eccezionale. Infradito ai piedi e giacca da sci sopra. Ragazze in canottierina nel cuore della notte mentre dalle bocche escono nuvolette di vapore invernali. Minigonne senza calze e sciarpe. Insomma, ci siamo capiti, è difficile che ci si senta giudicati per l'abbigliamento. E poi l'ossessione per la sicurezza. Piena di contraddizioni. Bisogna mettersi le cinture anche dietro in macchina, in bici casco e luci sono obbligatorie, l'attraversamento pedonale è strettamente regolato e la polizia pattuglia ogni angolo perché bere per strada è vietato. Poi però si può surfare sulle scogliere senza che nessuno batta ciglio, in mezzo agli squali. Ci sono parchi pubblici con i serpenti velenosi, così come anche i ragni rossi, anche in città. Le macchine pimpate vanno tantissimo e non è raro vedere accelerazioni inverosimili.

Gli australiani sono dei grandi. Abituati a una popolazioni incredibilmente eterogena, han sviluppato una tolleranza e una pazienza estremi. Disponibili in ogni occasione (l'altro giorno mentre consultavo la cartina una ragazza si è fermata ad aiutarmi da sola, senza che le avessi chiesto nulla), ripetono tranquillamente la stessa frase che te non capisci senza incazzarsi minimamente. I negozianti ti salutano tutti con "hi, how are you today?" e aspettano la tua risposta e tutto ciò è incredibile da credere per uno come me che ha passato parecchio tempo in Cina, dove a volte capita di entrare in negozi a comprare roba ed uscire senza neanche aver guardato in faccia il commesso, e viceversa.

to be continued...

1 comment:

Massaccesi Daniele said...

grande ianna! un kuntadì in australia, la terra dei canguri e delle bombe a mano! ti invidio troppo! salutami un sacco valentina. quando vai a surfare facci un goal e dedicalo a macerata. in gamba fratello, se racimolo qualche soldo il primo volo da pechino si chiama ianna.

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