Quando i confini diventano bianchi ALTRO è distante, sovraesposto, annulla i contorni e si allontana. Scappa e fugge come un gatto randagio, come un topo in trappola che scava nel suo bagaglio genetico in cerca della certezza della sua fine.

Imponiti e controlla te stesso. Io è il nemico più difficile da sconfiggere. ALTRO lo sa bene e se ne approfitta. Con liquida benevolenza ti affianca scrutando le tue reazioni. Si nutre di piccoli ma percettibili umori, veste la paura della sua vittima. Si confonde nel rossetto della ragazzina troppo giovane per saperlo vestire, risale i contorni del suo viso fino agli occhi vitrei animati dagli insetti dell’emozioni.

“Ciao, anche tu qui” lo sapevi benissimo. ALTRO non sopporta le ipocrisie. ALTRO non risponde e scruta gli occhi per penetrarli senza bisogno di materialismo. “Anche io qui, vuoi giocare?” il mondo si ferma e assiste alla conversazione stupendosi della propria morbosa curiosità.

ALTRO è contento, ALTRO adora le attenzioni. Un giorno senza che si interessino di te è un giorno perso. Platealità, recitazioni, performance, sguardi, profumi e calori. ALTRO si sveglia ogni mattina solamente per i suddetti. Si veste e trucca nella sua tana bianca candida come non esistono. Si guarda nei molteplici specchi di pareti, soffitto e pavimenti. Le angolazioni lo corteggiano, i corpi si moltiplicano nell’esercito di specchi a sua immagine e somiglianza. 

ALTRO esiste ed è tangibile come un blocco di cemento che ti sfonda lo sterno.

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