Il call center della giungla urbana

Ho troppo testosterone in circolo per essere infelice. Che il mattino non mi svegli carico di vita è un evento raro. Nella stessa maniera, la rabbia fuoriesce inaspettata e insperata nei momenti più disparati. Agisco per autodifesa e contrattacco, la competizione come afrodisiaco.

Voglio i tagli sulle sopracciglia, voglio essere ammirato per la mia vascolarizzazione invidiabile e l’intramontabile forza e entusiasmo. E non voglio donne tra i piedi, in mezzo alla mia vita e la mia gente. La caratteristica che la mia donna deve avere è la discrezione. Il mio corpo è macchiato dai tatuaggi. Devo tatuarmi ogni tot, per ristabilire il legame tra corpo e mente, per ricordarmi come sono. La mia faccia dall’espressione scazzata e gonfia per gli stravizi. Amo la disciplina, serve a superare i limiti ed essere ancora più estremi. Ammiro la scrittura volutamente sgrammaticata e viscerale, i controtempi in musica e le melodie più ostili, geometricamente complicate, mandala strumentali. Muovo la testa ma cerco nuove dimensioni, il nuovo che avanza è spesso già troppo vecchio, la dimensione 2D è surclassata da esperienze sensoriali sempre più complete e simili a visioni sciamaniche. Ritorno al passato, alla storia volutamente nascosta dall’artificiosa modernità. E’ sconveniente per un biohacker con tendenze visionarie. Cultura senza il bisogno di essere ostentata.

E’ bello e facile nascondersi tra le virgolette. Quando scrivo i miei pensieri su internet, sui social network, li riporto come fossero citazioni di qualcuno ben più importante di me. I “mi piace” e le condivisioni non tardano ad arrivare. Le più rosee aspettative sono superate. E’ più facile per la gente che ti conosce mostrare approvazione per un personaggio pubblico, piuttosto che per uno con le sue stesse origini. L’invidia è una brutta bestia. La persona comune si aspetta che un artista, un personaggio pubblico, sia una specie di personaggio soprannaturale che non dorme mai e mangia solo una volta al mese per creare. Il genio e il talento invece sono nel popolo, chi diventa famoso ha un’organizzazione di stampo capitalista alle spalle che lo spinge per diventare parte del mainstream se ne ha le caratteristiche. Amazon è un assassino di cultura anche se non lo da a vedere. Sotto le sue mentite spoglie di distributore globale di prodotti culturali uccide gli scrittori e gli artisti più piccoli e indifesi garantendogli solo il 10% dei ricavi della propria opera. Il resto sono per la distribuzione, la pubblicazione, la promozione del prodotto. E se fai lo stronzo piccolo autore alla tua prima pubblicazione ciao, noi l’opportunità te l’abbiam data. Geniale e perfidamente nascosto sotto gli occhi di tutti. La Feltrinelli si è costruita sul Gattopardo, rifiutato dalle altre case editrici, ma chiaramente non imparato la lezione dalla fortunata esperienza e se scrivi le parolacce che non sono mainstream allora ri-ciao. Così va il mondo. Al solito, meglio prendersi l’ombrellone al mare, che è più comodo e poi non si sa mai.

Attivismo o vandalismo. La linea del distinguo è sottilissima. I due concetti si intersecano. L’uno è organizzato, ma possono esserlo entrambi. Organizzati o fini a sé stessi. Mi piace chi si fa di adrenalina. Il Begbie di Trainspotting si faceva di “gente”. A me piace sbalordire le persone, avere il controllo sulle loro reazioni, immaginare i comportamenti sotto stress ed anticiparli. Management delle emozioni. Dovrebbero farci un corso di laurea. Io ne sarei il rettore. Ho studiato sulla strada io, niente fronzoli, nessun corso di laurea, quelli di psicologia me li mangio a colazione, li torturo li faccio piangere. Poca teoria e tanta pratica. Io sono fatto di esperienza, ambizione. Poi contano la sicurezza in sé stessi, il testosterone, l’ ipertrofia e la posizione della schieda. Il miglioramento del proprio fisico si ripercuote sulla mente. Resistenza allo stress, atermia, aumento del QI, incremento di ossigeno nel sangue, miglioramento di riflessi e prontezza. Ricerca e sviluppo del proprio essere. Le talpe da biblioteca puntano solo sulla conoscenza che è nulla senza strumenti di attuazione. Lo stereotipo generalizzato della tipa “bella ma stupida” è anche e soprattutto colpa delle cesse studiose. Le fighe è vero che difficilmente capiscono una mazza, ma le intelligenti acculturate difficilmente non hanno gobba e culo flaccido a mo’ di crepes alla nutella e mascarpone. Quindi è ora che vi prendiate le vostre responsabilità, siete nemiche della società e del progresso, casta intoccabile, rovina del mondo accademico e nemiche dell’estetica. Vaffanculo.

3 comments:

trhotta said...

applausi.

5to1 said...

stimato delamarne, il mondo è anacronisticamente nostro.

Manuel Mines said...

oggi mi sono concesso un risveglio eccezionale... e una mezzora abbondante di lettura.... qui. applausi 2

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