Il liberatore che ha distrutto le mie proprieta’ e riallineato le mie percezioni

Appena dietro casa mia


Chi ha bisogno di auto se le strade non esistono

Certo e’ proprio vero che le (buone) abitudini si perdono presto. Invece quelle cattive permangono, si insinuano nel midollo e stanarle e’ un casino. In ogni caso volevo fare un piccolo aggiornamento su cosa combino ultimamente, perche’ altrimenti so che vi preoccupate e magari passate nottate a piangere e questo non va bene, come ci insegna anche il vangelo (secondo Matteo).

Ad ogni modo, sappiate che infilarvi le piume nel culo non fa di voi delle galline.

Comunque copioincollo una cosina che avevo scritto dopo la prima settimana qui.

“Venezia, ore 12:30
Dal vicolo una musica suonata con la fisarmonica mi sveglia, qualcuno passa, discorsi carpiti a tratti. Avevo chiuso le persiane per dormire un po’ di piu’, sai com’e’, e’ domenica.
Stamattina tornavo a casa col notturno, dopo una serata nel centro sociale di qui (eh si’, Venezia ha un centro sociale, anche piuttosto carino, si chiama Zona Bandita). Interessante che quando si parla di notturno a Venezia si intenda il “vaporetto notturno”, e che le fermate siano costituite da un veloce approdo ad una piattaforma. Il marinaio infreddolito esce dalla cabina e incurante della luna che lo guarda fissa la barca con una corda (non chiedetemi il termine tecnico della cosa) per far uscire gli ubriaconi ancora in giro alle 6 di mattina. Tra quelli stavolta c’ero anch’io, nelle orecchie un paio di b-side di jimi Hendrix e nella testa milioni di flash.
La prima settimana a Venezia e’ stata… mmm.. ecco come dire, febbrile penso sia l’aggettivo giusto. Ho camminato talmente tanto da aver consumato buona parte delle mie scarpe da lavoro, senza peraltro essere riuscito a memorizzare neanche una strada tra i miioni di vicoli e vicoletti e calle e campi e campielli che ci sono qui. Prima di viverci non avrei potuto immaginare una citta’ del genere, mi sembrava di essere dentro Assassin Creed, ambientato a Venezia appunto, al quale avevo giocato pochi mesi prima. La gente che ci vive e’ simpatica e cordiale, penso anche perche’ non ci siano molte novita’ e percio’ qualsiasi diversivo (come un nuovo arrivato)e' visto con interesse.
Ho dovuto trovare una casa dove vivere. Memore della precedente esperienza avuta in Australia, dove ho vissuto quasi un mese su di un divano senza trovar nulla, non mi sentivo particolarmente entusiasta. Essendo “particolare” per vocazione non e’ facile proporsi agli altri come candidato per viverci assieme.  Non avevo pero’ considerato l’animo di questa citta’, culla di artisti da generazioni ( …e come potrebbe essere altrimenti?! Come puoi non ispirarti vivendo in un luogo dove ogni angolo trasuda storia, vite vissute, ogni caffe’ ricorda un quadro di  Rembrandt, dove tutte le notti la luna si rispecchia nei canali mentre qualche musicista suona?!). Per farla breve, trovare un posto dove vivere non e’ stato difficile stavolta. Ogni casa che ho visitato mi ha accolto entusiasta, sempre c’era un caffe’ o un the ad aspettarmi e tanti inviti per l’aperitivo piu’ tardi. Alla fine ho scelto la casa piu’ universitaria che potevo, con il maggior numero di persone dentro per sentirmi in mezzo al casino. Quando si arriva in una nuova citta’ si necessita sempre di allargare le proprie conoscenze e questa casa sembrava strumentale alla cosa. I ragazzi con cui vivo sono tutti molto alla mano e l’aria che si respira all’interno della casa e’ di famiglia allargata.”

Per continuare la storiella, la cosidetta “famiglia allargata” funziona di brutto, nel senso che i ragazzi sono tutti supertranquilli e alla mano, e ottime guide allo sballo veneziano, nn so se rendo. Un filosofo, un’artista, un'antropologa, diversi architetti, un’economa e un cileno trapiantato chitarra e sangre caliente in Europa compongono l’orchestra. La citta’ e’ un continuum di vernissage e finissage e varnell-age che non finisce piu’, difficile e’ trovare il tempo per rimaner sobri.

Esempio n.1
Lunedi’ pome tardi, aperitivo alla galleria Guggenheim con Frankie Hi Nrg come Dj. Costo 7 euri compresi 2 spritz e junk food vario. Insomma dopo un’oretta il giardino del Guggenheim si trasforma in una folla di punkabbestia-artisti-mamme-e-bambini-vecchiezitelle-alcolisti-io-bellefighe ( ndr l’accostamento di “io” e “bellefighe” e’ puramente casuale), Frankie butta su un po’ di elettronica ed e’ il delirio, bicchieri vuoti ciccati appoggiati sulle statue di Giacometti del giardino… Inserisco un video fatto col melaphonino per farvi capire un attimino (fa cagare ma trasuda il casino che c'era)


Insomma entro e trovo piercing e capelli colorati misti a quadri di Picasso, Magritte e Pollock e mi sento in un mondo parallelo… E insomma lunedi prossimo saro’ di nuovo li’ e cosi’ per tutto maggio (l’iniziativa dura solo un mese)..

Ed ora vi prego invidiatemi amatemi detestatemi e poi sputatemi.  ---((((((---(


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