Tieni A Mente Tian An Men




4 giugno 1989. Ancora oggi non sappiamo quante persone siano morte nella rivolta della Piazza della porta celeste. Piazza Tian An Men, con la sua forma squadrata e militare, è come sempre piena di gente che si fotografa in ogni dove: davanti al mausoleo di Mao, dinanzi al Monumento agli eroi del popolo, sotto il faccione di Mao all’entrata della Città Proibita.
Vent’anni fa, invece, la Trentottesima armata ebbe ordine marciare contro la folla. Le strade erano occupate da decine di migliaia di manifestanti che protestavano contro il regime e la sua corruzione, chiedendo riforme democratiche.
Gli studenti praticavano lo sciopero della fame per far valere le proprie ragioni. Cantavano le canzoni di Cui Jian, il padre del rock cinese, ed in particolare yi wu suo you ( Non possedere nulla): ” Voglio darti la mia speranza/ Voglio darti il mio aiuto/ Aiutarti ad essere libero/ per quello che ho: nulla..”.
Universitari e gente comune occupavano la piazza dal 13 maggio, in previsione della visita di Gorbaciov, ed i fermenti animavano l’aria già dalla fine di aprile, quando scesero in strada per commemorare la morte di Hu Yaobang, ex segretario di Partito con tendenze liberali.
Il Partito stava sperimentando un tremendo vuoto di potere. Fu a quel punto, il 20 maggio, che Zhao Ziyang scese in piazza e parlò ai ragazzi, consigliando loro di smettere l’occupazione, promettendogli che le loro ragioni sarebbero state ascoltate. Zhao fu messo agli arresti domiciliari. Nemmeno la proclamazione della legge marziale fece desistere quei ragazzi. La gigantografia di Mao fu imbrattata con vernici di diversi colori.
L’armata numero 38 non riuscì mai a raggiungere il centro di Pechino, a superare quel muro di folla coeso e unito da ideali di democrazia e libertà. Fu sostituita dalla Ventisettesima. Nella notte tra il 3 ed il 4 giugno i militari aprirono il fuoco contro la folla provocando un numero di morti ad oggi ancora sconosciuto.

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