BEIJING EVENTS

7-10 ottobre, 15.00-19.00
Beijing, South Gate Space & 798 Space


Fondato nel 2003, DaDao Live Art Festival è il primo festival internazionale di arte dal vivo in Asia e l’unico del genere in Cina. Esso si focalizza sulla performance art dal vivo e fornisce una valida piattaforma di sperimentazione e di comunicazione agli artisti di tutto il mondo. La quinta edizione del festival toccherà sei città cinesi: Pechino, Hong Kong, Shenzhen, Macao, Hangzhou e Xiamen. La partecipazione del danzatore italiano Giacomo Calabrese inizierà dalla tappa di Macao.



Laboratorio Nove
BLUES (BALKAN) & C.

scene, audio, regia: Luca Camilletti
3-4 ottobre, 20:00
Pechino, Caochangdi Workstation/Living Dance Studio (Caochangdi 150, Chaoyang District)
Tel. 64336143, 64337243
Biglietti: 50, 30 (studenti)


Nell'ambito del Crossing Festival, il Laboratorio Nove (www.laboratorionove.it), un centro di ricerca teatrale fiorentino fondato nel 1982 da Barbara Nativi e Silvano Panichi, attuale direttore artistico, presenta due repliche di Blues (Balkan) & C.
Vita, morte, miracoli. I resti evocativi per sacrificare l'idea di una possibile narrazione senza trama autorizzata; l'immaginario balcanico e apolide spalmato nella scena sconsolata, aperta e vuota e piena e buia. Nessun intento storiografico né somministrazione del catalogo delle ingiustizie del tempo. Un tentativo di chiamare le cose con nomi improvvisi senza pensare di dover fare i conti con la storia dell'arte o con la geografia. Si riconosce ancora qualcosa qui?
Il motore che intercede nell'ebollizione della scena è l'evocazione e l'avvicinamento sensibile dello sguardo e dei sensi alla costruzione dello spettacolo che procede per dissolvenze: l'articolazione di una linea retta che si misura sull'enigma del riferimento e la forza della sua consistenza. L'integrità letteraria è sostituita dall'integrità della visione, dal volume scenico affamato di storia; si mostra tutto il rispetto e tutta la considerazione per l'origine lontana dei materiali, sciolti da una possibile didascalia riferita al contesto balcanico, e sviluppati in estensione nella forma dinamica dell’esposizione. La tematica, il tema, il soggetto, il rimando è uno squarcio fumoso grigio-azzurro in cui si compie uno sforzo di dichiarazione, l'appartenenza a un luogo, la memoria scordata e diventata fonte diretta di potere trasformativo dell'immaginario: il teatro, luogo della rappresentazione, si squaglia nella sua dipendenza dialettica e si lascia andare nel suo fondo. Il recupero dell'affermazione è tutta nostalgia, mancanza. La rabbia, dal punto dello scaturimento al punto dell'implosione, graffia il percorso completo dal punto d'inizio al punto di fine.
Il titolo è pronto a raccogliere il musicista curioso, lo storico insoddisfatto, la varia umanità partecipe dell'ordinarietà delle cose - grandi già di per sé senza il bisogno di chiamarle eventi. Nell'evento tutto si autodistrugge e si proclama particolare, indiziato e misero interlocutore della certezza. Nella fame e nell'assenza di dimora si sviluppa ciò che non esiste nel vizio della propria esistenza e si rende necessario pensare ad altro, qui, nella periferia dell'occidente.

Luca Camilletti lavora nel campo delle arti sceniche, con estensione alla musica e alla fotografia, sviluppando percorsi di ricerca che coinvolgono una visione e uno sguardo analitico e non psicologico con gli attori. Fa parte del gruppo Kinkaleri che da undici anni produce spettacoli e altri formati in stretta relazione con i linguaggi contemporanei dell'arte. Ha recentemente curato progetti con la compagnia Laboratorio Nove.

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